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News Medicina
SERVIZI DI PREVENZIONE IN FARMACIA
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SE HAI PROBLEMI DI CADUTA DI DEI CAPELLI, PRURITO, FORFORA, INDEBOLIMENTO VIENI A PRENOTARE UN APPUNTAMENTO PER UN TEST ALL'APPARATO PILOSEBACEO.
E' UN SERVIZIO DI PREVENZIONE PER VERIFICARE IL CORRETTO FUNZIONAMENTO DI TUTTO L'APPARATO PILOSEBACEO.
IL CONTROLLO PER I CLIENTI DELLA FARMACIA E' GRATUITO ED E' CONSIGLIATO A TUTTI

TAMPONI RAPIDI IN FARMACIA
l tampone rapido o il test sierologico si potranno effettuare presso la farmacia nei seguenti giorni:​
LUNEDI' ORE 18,00-19,30
MERCOLEDI' ORE 10,00-10,45
SABATO ORE 10,00-12,30
Altri orari secondo disponibilità
Per effettuare il test bisogna :prendere appuntamento
indossare mascherina ffp2 o chirurgica
esibire documento di riconoscimento e tessera sanitaria
avere una temperatura corporea inferiore a 37.5°
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FARMACIA ONCOLOGICA
Chi si trova ad affrontare e combattere una patologia rilevante come il cancro o ad essere sottoposto a cure farmacologiche prolungate, vive problematiche complesse che non rientrano solo nel supporto dello staff medico, ma richiedono anche un sostegno quotidiano per migliorare la qualità della vita. Ecco che a tal proposito entra in gioco la figura del farmacista.
Al giorno d’oggi sono sempre più numerosi i pazienti oncologici deospedalizzati e quelli poi cronicizzati, che si rivolgono al farmacista per risolvere problematiche anche comuni, che vanno al di là della terapia farmacologica oncologica; pensiamo soprattutto ai bisogni quotidiani, dall’alimentazione alle problematiche cutanee della pelle ipersensibile, senza dimenticare l’esposizione solare o le reazioni avverse ai farmaci.
Nasce così la "Cancer Pharmacy / Farmacia Oncologica", un centro specializzato e certificato in grado di interfacciarsi in modo efficace rispetto alla complessità delle dinamiche che riguardano il paziente oncologico, aiutandolo ad affrontare e a migliorare lo sfondo clinico e psicologico della propria condizione di vita.
Il farmacista oncologico infatti è in possesso di conoscenze professionali sulle terapie e sull’aderenza terapeutica, oltre ad avere ampie nozioni in alimentazione e sull’uso di integratori utili a favorire il benessere psichico del paziente oncologico.
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TUMORE ALLA SENO
Il tumore alla mammella è la forma neoplastica più diffusa nel nostro Paese in tutte le fasce d’età, più del tumore al colon-retto e al polmone. Tali dati derivano dalle stime dell’Associazione italiana di oncologia medica e dell’Associazione italiana dei registri tumori per l’anno 2018. Si legge che il numero stimato di nuovi casi di tumore alla mammella è cresciuto da 51mila del 2017 ai 52.800 del 2018. Praticamente una donna su otto ne viene colpita, 135 ogni giorno: numeri davvero allarmanti. Attenzione però: il tumore alla mammella non è un’esclusiva del sesso femminile: ogni anno, infatti, si registrano circa 500 nuovi casi di tumore alla mammella negli uomini.
Grazie però ai continui progressi della medicina e agli screening per la diagnosi precoce, nonostante il continuo aumento dell’incidenza, oggi si muore meno che in passato.
Sono stati identificati, infatti, molti fattori di rischio, alcuni modificabili come lo stile di vita (smettere di fumare, aumentare il consumo di frutta e soprattutto verdura, ridurre l’utilizzo dei grassi animali, raggiungere e mantenere il peso forma, aumentare l’attività fisica) altri invece no, come l’età (la maggior parte di tumori alla mammella colpisce donne oltre i 40 anni) e fattori genetico-costituzionali.
Ci sono inoltre alcuni fattori legati alla vita riproduttiva che possono influenzare il rischio di tumore alla mammella: un periodo fertile breve (prima mestruazione tardiva e menopausa precoce) e una gravidanza in giovanissima età sono protettive, così come l’allattamento per oltre un anno. Solo il 5-7% risulta essere ereditario, in relazione a mutazioni nei geni BRCA1 e BRCA2.
La prevenzione del tumore del seno deve cominciare a partire già dai 20 anni con l’autopalpazione eseguita con regolarità ogni mese (metodologia però di non forte efficacia). È indispensabile, poi, proseguire con controlli annuali del seno eseguiti dal ginecologo o da uno specialista senologo affiancati alla mammografia biennale dopo i 50 anni o all’ecografia, ma solo in caso di necessità, in donne giovani. Nelle donne che hanno avuto una madre o una sorella malata in genere si comincia prima, verso i 40-45 anni. In anni recenti la discussione sulla utilità della mammografia ha portato molti medici a considerare la possibilità di suggerire età di esordio e frequenza della mammografia sulla base delle caratteristiche della singola paziente piuttosto che sulla base di linee guida e screening uguali per tutte.

OSTEOPOROSI
Secondo alcune stime, nel mondo, ogni 3 secondi si verifica una frattura dovuta a fragilità ossea da osteoporosi a carico di femore, polso e vertebre. Ciò equivale a circa 25 mila fratture al giorno e 9 milioni all’anno.
Dati molto preoccupanti e destinati a crescere: si ipotizza che entro il 2050 il numero delle sole fratture di femore salirà dagli attuali 1,6 milioni annui ad un numero compreso fra 4,5 e 6,3 milioni.
L’osteoporosi è una patologia a prevalenza femminile: colpisce il 33% di esse tra i 60 e i 70 anni, il 66% oltre gli 80 anni, contro il 20% degli uomini. In Italia si stima che il 25% delle donne oltre i 40 anni d’età e il 17% degli uomini oltre i 60 anni ne è affetto. E’ importante, se non fondamentale, quindi, praticare una buona prevenzione!
STILE DI VITA PROTETTIVO
Perseguire uno stile di vita corretto, ormai è risaputo che aiuta a mantenere in salute il corpo, ossa comprese.
Volendo riassumere tale concetto, sono 3 i punti fondamentali:
• Non fumare: il fumo anticipa la menopausa e amplifica i disturbi connessi.
Aumenta il rischio di malattie cardiovascolari, tumori, osteoporosi (appunto) e raddoppia il rischio di fratture.
• Praticare attività fisica regolare. •
Adottare una alimentazione corretta, bilanciata e funzionale.
L’osteoporosi è quindi una malattia che nella maggior parte dei casi si può e si deve prevenire e questo obiettivo si può realizzare essenzialmente con l’informazione! Tutti siamo potenzialmente a rischio, quindi tutti, soprattutto i giovani, dobbiamo sapere cosa è meglio fare per evitarla.
La "qualità" del nostro osso si determina soprattutto nei primi 25-30 anni di vita, il periodo della crescita e dello sviluppo. Si può quindi dire che la vera prevenzione dell’osteoporosi deve iniziare da giovanissimi: raggiungere un elevato picco di massa ossea significherà avere un minor rischio negli anni futuri.
Il ruolo importante in questo caso viene soprattutto dell’educazione che la famiglia dà ai propri figli !
Ma in ogni caso, meglio tardi che mai.
A qualunque età possiamo, e dobbiamo, fare qualcosa per evitare che la situazione peggiori.
Spesso sentiamo solo parlare dell’importanza del calcio (vero!) ma non tutti sanno che è importantissima anche la vitamina D! Serve ad assorbire il calcio nell’intestino; si forma nella pelle per azione della luce del sole, per cui nei mesi estivi, in genere, basta un po’ di vita all’aria aperta per avere quella che serve al corpo.
Nella stagione invernale, invece, può essere indicato un supplemento di vitamina D, soprattutto negli anziani.

TUMORE DELLA PROSTATA
La prostata è una parte anatomica tipica del sesso maschile; produce una parte del liquido seminale rilasciato durante l’eiaculazione. In condizioni normali ha le dimensioni di qualche centimetro, ma con l’avanzare dell’età o a causa di alcune patologie può ingrossarsi portando disturbi soprattutto di tipo urinario.
NUMERI E DIFFUSIONE
Il cancro della prostata è uno dei tumori più diffusi negli uomini: rappresenta circa il 20% di tutti i tumori diagnosticati nell’uomo: nel 2017 si sono riscontrati 34.800 in Italia! Per fortuna il rischio che la malattia abbia un esito negativo è basso. Si stima infatti che il numero di persone ancora vive dopo cinque anni dalla diagnosi sia in media del 91%!
QUAL’E’ LA POPOLAZIONE PIU’ A RISCHIO ?
Uno dei principali fattori di rischio è l’età: le possibilità di riscontrare il tumore sono basse prima dei 40 anni, ma aumentano sensibilmente dopo i 50, soprattutto dopo i 65 anni.
Un altro fattore da considerare è poi la familiarità: il rischio di ammalarsi è pari al doppio per chi ha un parente consanguineo (padre, fratello, etc..) con la malattia rispetto a chi non ha nessun caso in famiglia.
Non meno importanti, come del resto nella quasi totalità delle patologie, sono i fattori di rischio legati allo stile di vita: dieta squilibrata, obesità, sovrappeso e sedentarietà sono solo alcune delle caratteristiche che possono favorire lo sviluppo e la crescita del tumore della prostata.
In ultima analisi da ricordare è anche il fattore "razza": per ragioni ancora poco chiare, gli uomini di colore (studi eseguiti su popolazione di afro-americani) hanno un rischio più elevato di sviluppare cancro prostatico.
SINTOMI
Nelle prime fasi il tumore della prostata è asintomatico. Viene diagnosticato in seguito a una visita urologica in concomitanza del controllo del PSA attraverso un prelievo del sangue.
Quando invece la massa tumorale cresce, dà origine a sintomi urinari: difficoltà a urinare (in particolare a iniziare) o bisogno di urinare spesso, dolore, sangue nelle urine o nello sperma, sensazione di non riuscire a urinare in modo completo.
Non creiamo però falsi allarmismi! Spesso infatti i sintomi urinari possono essere legati a problemi prostatici come il suo "semplice" ingrossamento; ricordiamoci però che come sempre la parola chiave rimane PREVENZONE: in ogni caso è quindi utile rivolgersi al proprio medico o allo specialista urologo che sarà in grado di decidere se sono necessari approfondimenti.
COME SI CURA ?
Sono disponibili molti tipi di trattamento. Solo un’attenta analisi delle caratteristiche del paziente (età, aspettativa di vita eccetera) e della malattia (basso, intermedio o alto rischio) permetterà allo specialista di consigliare la strategia più adatta e di concordare la terapia anche in base alle preferenze del paziente stesso.
ULTIME NOTIZIE DAGLI USA
Prevenire il tumore della prostata facendo sesso: il rischio di ammalarsi è risultato più basso del 20% per gli uomini che riuscivano ad avere una media di 21 eiaculazioni mensili.
Lo studio, condotto dall’Università di Harvard, ha evidenziato l’effetto benefico dell’eiaculazione nella prevenzione del tumore. Il tutto è stato
svolto su larga scala esaminando 31925 soggetti con età media 59 anni per un periodo di 18 anni. Durante il lungo follow-up, 3839 persone si sono ammalate di un tumore alla prostata, letale in 384 casi.